La lavorazione di un metallo così prezioso, come l’oro, non ha subito grandi cambiamenti nel corso del tempo conservando la quotazione oro sempre molto elevata.
Generalmente la tecnica che viene utilizzata per fondere l’oro dipende dalla creazione finale che si vuole ottenere.
Ormai la maggior parte dei gioielli preziosi viene prodotta in serie, quindi per ottenere un pezzo unico è necessario rivolgersi ad artigiani orafi, gioiellieri esperti che curano ogni passaggio, dalla fusione del metallo prezioso alla decorazione nei minimi particolari dell’oggetto finito, queste figure però al giorno d’oggi sono abbastanza difficili da trovare.
Sempre più spesso la fusione dell’oro è utilizzata dai Banco Metalli per trasformare l’oro usato in lingotti da investimento.
Come funziona la fusione dell’oro?
Per poter essere immesso sul mercato l’oro necessita di un procedimento particolare, che serve a renderlo puro e brillante.
Innanzitutto, il prezioso metallo viene inserito all’interno del crogiolo e scaldato in uno speciale forno necessario per far raggiungere all’oro una temperatura elevatissima, il suo punto di fusione è infatti di 1064 gradi.
Durante la lavorazione vengono aggiunti borace e salnitro, il primo si usa per la fusione di tutti i metalli nobili, il secondo è indispensabile per rendere l’oro fuso liquido.
Quando l’oro sarà fuso, verrà velocemente versato all’interno di un particolare contenitore: gli darà la forma di lingotto, questo stampo prende il nome di staffa.
Solo così l’oro potrà essere immesso sul mercato per essere venduto, è possibile anche assistere in prima persona a questo procedimento all’interno delle botteghe orafe.
Questo metodo di lavorazione consente di affinare l’oro, cioè di separarlo da altri metalli insieme ai quali è stato utilizzato per formare una lega più resistente e brillante.
Il lingotto d’oro viene lavato con un composto particolare a base di acido solforico per eliminare eventuali impurezze presenti, dopodiché valutato il titolo e i carati, verrà immesso sul mercato.
Le varie tecniche di lavorazione
Una delle tecniche più antiche di lavorazione dell’oro, tramandataci addirittura dal periodo neolitico, prende il nome di tiratura al martello, consiste nella lavorazione di un grosso pezzo d’oro, dal quale grazie a un martello di dimensioni via via più ridotte, si ricavano delle lamine d’oro.
Abbiamo poi la fusione a cera persa, che è la tecnica utilizzata maggiormente grazie alla quale si ricavano con facilità lamine o fili d’oro.
Gli oggetti ottenuti dai lingotti d’oro vengono lavorati e decorati.
Per la decorazione di questo metallo prezioso, gli artigiani utilizzano degli strumenti particolari dalle dimensioni ridotte, svolgendo un lavoro certosino.
L’oro viene infatti intarsiato o cesellato, battendo sul metallo, formando incisioni dai motivi geometrici e decorativi.
Le tecniche di decorazione con il passare del tempo sono migliorate e sono diventate molto più precise e ricercate, prevedendo anche l’utilizzo di materiali diversi per l’intarsio.
Le varie leghe
Allo stato puro l’oro è un materiale debole, che si sgretola facilmente, per questo motivo viene utilizzato insieme ad altri metalli per formare delle leghe, che non solo sono più resistenti e lucide, ma danno i caratteristi colori dell’oro che vediamo sul mercato.
Ad esempio l‘oro bianco si ottiene attraverso la fusione dell’oro puro con un altro metallo, il palladio.
Altri metalli generalmente utilizzati sono il rame, l’argento e l’alluminio.
Il valore del gioiello, dipende dalla quantità di oro presente nella lega, più sarà alta tale quantità più alto sarà il valore del gioiello.