I diamanti non sono soltanto pietre preziose di grande bellezza che danno luce e valore ai gioielli, ma anche vere e proprie soluzioni di investimento molto apprezzate.
Infatti sono considerati dei beni rifugio in quanto il loro valore non diminuisce neppure in caso di crisi economiche, monetarie, finanziarie e politiche.
Al contrario, la loro quotazione aumenta perché sono maggiormente richiesti dagli investitori per diversificare il proprio portafoglio e proteggere i propri risparmi.
Tuttavia, quando si desidera acquistare alcune di queste pietre preziose, occorre tenere a mente che non tutti i diamanti sono uguali tra loro.
Ogni esemplare presenta determinate caratteristiche, che hanno un impatto notevole sull’estetica, il valore è la rarità della gemma.
Proprio per questo motivo diventa necessario rivolgersi a un esperto per valutare i diamanti oppure per avere alcuni consigli su quale sia il modo migliore di procedere.
Infatti è fondamentale ricordate che il valore dei diamanti è dato da quattro elementi diversi (i cosiddetti 4 C), cioè il colore, il numero dei carati, la purezza e il taglio.
Quest’ultimo è l’unico elemento che viene determinato dall’uomo, mentre tutti gli altri fanno riferimento alle caratteristiche naturali della pietra.
I diamanti maggiormente apprezzati sono quelli trasparenti, nelle varie sfumature del bianco (champagne, crema o azzurrino) oppure dalle tinte molto rare e preziose.
Ad esempio hanno prezzi davvero alti i diamanti neri, quello rosa e quelli verdi.
Al tempo stesso occorre tenere a mente che la maggior parte dei diamanti presenta colori che coprono l’intero spettro del marrone e che spesso integrano al loro interno inclusioni che ne limitano la lucentezza.
Le pietre migliori sono quelle completamente pure.
Comunque sono davvero pregiate le gemme che presentano sedimenti particolari: infatti in questo caso il risultato finale è di grande impatto estetico e il valore del diamante è dato dalla sua rarità e non dal suo grado di purezza.
Per quanto riguarda il taglio della pietra nella maggior parte dei casi si opta per la soluzione a brillante in quanto consente di valorizzare al meglio le caratteristiche intrinseche del diamante e la sua lucentezza interna.
Tuttavia la scelta viene fatta dal tagliatore, valutando con estrema attenzione i pregi e i difetti della singola pietra.
Infatti il taglio deve far risaltare i primi e minimizzare il più possibile i secondi.
Per alcuni esemplari è meglio adottare un taglio a smeraldo, caratterizzato da una forma rettangolare e da una grande tavola.
Il suo nome deriva dal fatto che spesso viene utilizzato per gli smeraldi.
Altri tagli molto apprezzati sono quelli a goccia e ovale perché consentono di dare risalto alla bellezza della gemma.
Maggiore è il numero delle sfaccettature e più si fa risaltare la luminosità del diamante.
Comunque esistono anche soluzioni originali e di grande impatto visivo, come i tagli a cuore.
La qualità del taglio (cut) del diamante è determinato dalla bravura delle maestranze che eseguono il lavoro e il risultato viene classificato come povero, buono oppure ottimo.
Ognuna di queste tre tipologie presenta caratteristiche immediatamente distinguibili, così da consentire la catalogazione anche dalle persone non esperte in materia oppure che non hanno la qualifica di gemmologo.
Infatti un taglio povero viene messo in opera quando il diamante presenta molti difetti, come una scarsa brillantezza e numerose impurità all’interno.
Invece un buon taglio riguarda esemplari dalla discreta luminosità naturale e con poche inclusioni interne.
Infine un ottimo taglio caratterizza le pietre preziose con la massima brillantezza naturale e dove le impurezze interne e le imperfezioni sono assenti.
Il valore di un diamante è legato alle dimensioni della gemma e al suo peso, tuttavia questi elementi devono sempre essere valutati in rapporto alla sua purezza.
Infatti un grande esemplare con diverse inclusioni al suo interno oppure di un colore poco valutato risulta avere un prezzo inferiore rispetto a una gemma piccola ma pura e trasparente.
I diamanti vengono valutati in base al numero di carati, cioè a peso.
Si tratta dell’elemento di valutazione più conosciuto e più facile da determinare in quanto maggiore è il peso della gemma e più alta è la sua quotazione sul mercato.
Un carato equivale a 0,2 grammi e sono previsti anche percentuali decimali dell’unità di misura, cioè il punto (corrispondente a un centesimo di carato) e il grano (equivalente a un ventesimo di carato).
Bisogna comunque tenere a mente che, anche se il numero di carati incide sulla grandezza di un diamante, questo valore non rappresenta le sue dimensioni.
Ad esempio un esemplare da mezzo carato non è la metà di un diamante da un carato.
Infatti in natura le gemme dotate di un’alta caratura sono molto rare, mentre quelle con una caratura medio-bassa sono maggiormente comuni.
Di conseguenza più è grande il numero di carati di una pietra preziosa e maggiori sono la sua rarità e il suo costo.
Si deve ricordare che quando si investe in diamanti in genere si adotta un approccio speculativo, quindi il calcolo del suo valore interessa relativamente l’investitore.
Infatti si è più interessati alla valutazione degli esemplari sul mercato e si fa riferimento ai diamanti finanziari.
In ogni caso la certificazione e la valutazione delle pietre è effettuata da organismi terzi riconosciuti per legge, come l’IGI.